Donna, la tua festa.
Un fiore reciso. Una vita violata, tagliata nel suo splendore messa nella carta regalo per essere oggetto, dono. Gettato appena sfiorisce, un piacere fugace, senza storia.
Amo la pianta, le sue radici il suo crescere lento il suo schiudersi il suo riposo vegetativo. La posso godere, giorno dopo giorno, accarezzarla e viverla.
L’ho vista tra le piante, il suo corpo adulto nei pantaloncini corti. Con la sua storia, i suoi risvegli solitari i suoi pasti frettolosi. Ho desiderato una gemma che sbocci per me. |
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