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PAROLE E PROVERBI nei sonetti di G. G. Belli
A cura di Manlio Baleani
Nella intenzione di predisporre un cofanetto che contenesse i tre libri che commentano i sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, l’Autore ha raccolto in un piccolo volume quei termini dialettali di cui lo stesso Poeta metteva in calce ai manoscritti la traduzione in italiano. Un glossario delle parole ricorrenti nei trecento sonetti. Belli era un cultore dei proverbi popolari e li aveva inseriti nei suoi scritti, sia in quelli romaneschi, che nelle composizioni in lingua. Anche in questa selezione si tiene conto dei soli sonetti contenuti nei tre libri (circa 300). Posti in ordine alfabetico, per una facile ricognizione, viene indicata la pagina e la sigla del volume. Il cofanetto artistico, con il logo delle associazioni che hanno beneficiato dei proventi della cessione dei libri, li conterrà tutti e quattro e verrà posto in vendita con un unico prezzo di copertina
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BELLI E LE MARCHE (Testo scritto a quattro mani, con un docente di storia)
Il Poeta “romanus” – come è scritto nella sua lapide funeraria – aveva forti legami con persone e luoghi marchigiani. Questo libro li vuole evidenziare e valorizzare, non trascurando il fatto che gli avi del Belli erano andati a Roma nel XVII secolo provenienti dalle Marche e più precisamente da Recanati. L’opera si articola di tre sezioni. Una prima in cui si descrive la situazione economica, sociale e politica delle Marche nella prima metà del ‘800. Periodo compreso tra la caduta dell’impero napoleonico e l’unità di Italia. Una seconda parte in cui si richiamano i rapporti con i personaggi conosciuti dal Belli e come lo stesso viaggiatore aveva visto le cittadine marchigiane. Circa 20, riproducendo ove possibile, immagini e grafiche dell’epoca. Infine un capitolo che parla dei tre Papi marchigiani contemporanei del Poeta. Pio VII, Leone XII e Pio IX. Il loro papato ed i rapporti con Belli che scrisse per loro sonetti. Ma non solo.
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GLI AMORI DI GIOACHINO Le donne nella vita di Giuseppe Gioachino Belli Manlio Baleani Sono cinque capitoli per cinque storie vissute dalle Donne che segnarono la vita del Poeta. A partire da sua madre che perse in età adolescenziale e lo lasciò orfano insieme ai due fratelli più piccoli. Suo padre era già morto alcuni anni prima. Sua moglie Mariuccia. Vedova e più anziana di lui di tredici anni che gli diede due figli di cui una bambina porta di pochi mesi e Ciro che diventerà adulto e verso il quale Belli nutrirà un affetto viscerale. La sua amica Cencia. La contessina Roberti di Morrovalle (Macerata) per la quale scrisse composizioni di stile petrarchesco e presso la quale, in un soggiorno climatico per uscire da una brutta malattia, inizierà a scrivere in maniera costante la sua opera on romanesco. La sua grande estimatrice Amalia, conosciuta nel breve soggiorno romano della artista. Per lei scriverà poesie di cui un sonetto, l’unico che verrà pubblicato mentre il Poeta era in vita. Ultima per data, ma non per intensità di sentimento, sua nuora Cristina che morirà giovane lasciando Belli in una prostrazione indicibile. A lei aveva dedicato la sua ultima poesia in dialetto, quasi a voler chiudere un periodo e quel baule dove aveva riposto tutti i suoi versi romaneschi, destinati al fuoco dopo la sua morte.
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